Sistemi di videoconferenza d’emergenza con base EU
Una seconda iniziativa, proposta sempre dal LUGBZ [https://www.lugbz.org] e dal Gruppo Sostenibilità Digitale Alto Adige – Südtirol [https://openbz.eu] è quella di offrire alle scuole della nostra provincia un sistema di videoconferenza, basato su software libero e installato in EU, al fine di facilitare la didattica online.
La condizione per fare la richiesta è che le scuole non dispongano già di un sistema di videoconferenza acquistato con soldi pubblici. Qualora invece dichiarino di non voler utilizzare sistemi che profilano i propri utenti (docenti e alunni) come avviene con Microsoft (Skype, Teams) e Google (Hangouts), avranno pieno accesso all’offerta.
La soluzione offerta non andrà a tracciare nessuna videochiamata, ma sarà comunque in grado di garantire la riservatezza delle comunicazioni tra insegnate e studenti pur senza richiedere alcuna credenziale agli alunni, per evitare ogni forma di profilazione di minori. Il tutto senza scomodare grandi sistemi da tempo molto criticati dal punto di vista della privacy, aspetto che, nemmeno in condizioni di alta emergenza, può e deve essere trascurato.
Il LUGBZ, per ora, è in grado offrire 60 „stanze“ o classi virtuali e pertanto ha deciso di donare ad ogni scuola che ne farà richiesta un numero massimo di 6 „stanze“ che la scuola potrà utilizzare per svolgere videoconferenze ai fini della didattica d’emergenza.
Nei prossimi giorni sarà possibile ampliare ulteriormente l’offerta aggiungendo nuove stanze, anche grazie alla solidarietà aggiuntiva dei singoli membri delle suddette associazioni e di Enti pubblici o privati che vorranno fornire il loro appoggio con donazioni anche piccole in denaro. Gli interessati si possono rivolgere per mail a info@lugbz.org.
Notfall-Videokonferenzsystem auf EU-Basis
Eine zweite Initiative, die ebenfalls von der LUGBZ [https://www.lugbz.org] und der Südtiroler Gruppe für Digitale Nachhaltigkeit [https://openbz.eu] getragen wird, besteht darin, unseren Schulen ein Videokonferenzsystem für den Online-Unterricht anzubieten, das auf freier Software basiert und zudem von der EU eingesetzt wird.
Voraussetzung dabei ist, dass die Bildungseinrichtungen nicht bereits über ein mit öffentlichen Geldern erworbenes Videokonferenzsystem verfügen. Weiters erklären sie schriftlich, keine Systeme verwenden zu wollen, die Profilierung der Nutzer (Lehrkräfte und Schüler*innen) betreiben, so wie es leider u.a. bei Microsoft (Skype, Teams) oder Google (Hangouts) der Fall ist.
Die angebotene Lösung „verfolgt“ keine Videoanrufe, kann aber dennoch die Vertraulichkeit der Kommunikation zwischen Lehrern und Schülern garantieren, ohne dass von den Schülern irgendwelche Angaben gemacht werden müssen, um jede Form der Datenerhebung von Minderjährigen zu vermeiden.
Die LUGBZ bietet derzeit 60 Räume bzw. virtuelle Klassen an und hat deshalb beschlossen, maximal 6 Räume aus ihrem Eigenkapital zu spenden, die den Schulen für den Fernunterricht zur Verfügung stehen.
Dank der zusätzlichen Spendenbereitschaft einzelner Mitglieder ob-genannter Vereine und anderer öffentlicher oder privater Einrichtungen hoffen wir, den Dienst noch zu erweitern. Wer dazu mit einem kleineren oder größeren Beitrag mithelfen möchte, kann sich an unsere E-Mail-Adresse info@lugbz.org wenden.