A dirlo è il Dr. Massimo Macchia dell’Ufficio del difensore civico per il digitale – Presidenza del consiglio dei ministri. L’anno scorso, quando l’assessore Vettorato ha comunicato la decisione di far migrare la scuola italiana a Windows, un cittadino della Provincia di Bolzano ha prima, con una richiesta generalizzata di accesso agli atti (FOIA), interrogato l’amministrazione per avere la valutazione comparativa che stabilisse la convenienza dell’uso di Microsoft come previsto dal CAD, art. 68, e poi, sentitosi rispondere che il CAD non si applica al software didattico, ha inoltrato una segnalazione all’Ufficio del difensore civico per il digitale.
Simile l’iter quando lo scorso dicembre è stata prima decretata (n. 16908/2020 del Direttore per l’Istruzione e la Formazione Tedesca) e poi aggiudicata (CIG 8504117B58) la gara d’appalto per la fornitura di licenze Microsoft alle scuole tedesche. L’amministrazione, interrogata sulla valutazione comparativa a monte di questa scelta, non ha saputo dare risposte soddisfacenti ed è per questo partita una seconda segnalazione ad AgID.
Queste due segnalazioni sono confluite nell’invito n. 402/2021, un documento di 7 pagine in cui il sopracitato Dr. Macchia ripercorre brevemente i fatti per poi giungere ad una netta conclusione. Si scopre che alcuni rappresentanti della Provincia hanno incontrato AgID a fine 2020, promettendo di far pervenire la documentazione mancante entro il 31/12/2020, impegno a cui la Provincia non ha dato seguito. Scriverà infatti “l’amministrazione non è in grado di fornire nei tempi concordati quanto richiesto a causa delle motivazioni sopra esposte”. Macchia cita poi un documento interno di AgID, una “valutazione tecnica complessiva” richiesta al “Centro di Competenza Riuso e Open Source” che conclude “Nel merito, si rileva che in vigenza dell’art. 68 del CAD e relative Linee Guida l’Amministrazione era tenuta ad effettuare la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico ai fini del processo decisionale di acquisizione del programma informatico” e che dunque i comportamenti della Provincia “non appaiono in linea con quanto disposto dalla norma e dalle relative linee guida che peraltro prevedono che sia conservato agli atti del procedimento il documento che motiva le ragioni dell’accertata impossibilità di individuare una soluzione in riuso che soddisfi in larga misura le esigenze tra le soluzioni a riuso della PA e le soluzioni open source di terzi”.
L’invito si conclude chiedendo alla Provincia di porre rimedio tempestivamente e comunque non oltre trenta giorni e che, in caso contrario, l’invito si trasformerà in una segnalazione di inadempienza all’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari.
Si tratta sicuramente di un grande passo per la diffusione e la tutela dell’open source e non possiamo che rallegrarci del fatto che accada proprio sotto ai nostri occhi.
Tutti i documenti citati sono allegati a questo post e possono essere trovati sul sito AgID.